Incontri 2024

Da gennaio 2024 sono ripresi gli incontri a Torri di Quartesolo il terzo mercoledì del mese.
Prossimo incontro mercoledi 20 marzo alle ore 20,30 presso il centro giovanile di Torri di quartesolo, con la presenza dei nostri collaboratori di sezione. Vi aspettiamo.
Walter e Michele Papà sep. Milano. Sez.di Vicenza.

Un padre è meglio di cento insegnanti

Venerdì 15 Marzo 2024, IN DIRETTA Canale Italia

Da: Avvenire - 28/03/2016

La necessità di intervenire sulle legge è stata sollecitata qualche giorno fa anche nell’ambito di un convegno organizzato a Milano dall’Associazione famiglie separate cristiane, presieduta da Ernesto Emanuele, a cui hanno preso parte tra gli altri l’ex senatrice Emanuela Baio, che all’epoca fu relatrice della legge, e Luisa Santolini, già deputato, che nel 2006 come presidente del Forum delle associazioni familiare, condusse una battaglia culturale per l’affermazione della bigenitorialità. Sforzo che – come entrambe hanno riconosciuto con un velo di amarezza – è poi naufragato di fronte all’impermeabilità di certa magistratura e all’impossibilità politica di operare le aggiustature necessarie all’impianto della norma.

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Da: Notizie pro Vita - 19/03/2016

Nel giorno di san Giuseppe, in tutta Italia si festeggia la "Festa del papà". Una ricorrenza frutto della tradizione, che resiste nonostante gli attacchi di chi vorrebbe abolirla per non discriminare i bambini che hanno due mamme (… ma che hanno, per forza, anche un papà!) e nonostante la consapevolezza che la nostra società è sempre più orfana di padri, ossia di uomini adulti e virili in grado di assumersi il proprio ruolo.

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Da: Il Giornale di Vicenza - 16/05/2016

Il dibattito. Continua a far discutere la vicenda della quattordicenne allontanata dalla madre su decisione del giudice

Lo psicologo: "Succede in numerose separazioni. La PAS esiste? È una reazione naturale"

Dal tristemente famoso caso di Leonardo, il bimbo di Cittadella conteso tra mamma e papà e portato via con la forza, a quello vicentino di Elisa. Si torna a parlare di Pas, la sindrome da alienazione parentale, che vedrebbe i figli esibire astio verso uno dei genitori a causa del lavaggio del cervello praticato dall'altro. Una malattia? <<Più che altro - spiega Stefano Galvan, psicologo, psicoterapeuta e consulente del tribunale - si tratta di una reazione a un comportamento educativo diffuso, quello del genitore che esagera nel colpevolizzare l'ex compagno in presenza del figlio. Succede in molte separazioni; a volte in maniera subdola, altre platealmente. Un comportamento che negli ultimi anni è stato riscoperto sul piano legale, ma che è sempre esistito; la maggior parte dei figli di genitori separati si trova a vivere un conflitto nel quale diventa naturale associarsi con il genitore affidatario. Se il figlio vive con la madre, salvo casi eccezionali, assorbe e si associa con quello che dice la madre. Anche per un fatto di sopravvivenza psicologica: parteggiare per l'altro genitore, vorrebbe dire accettare una sofferenza interiore continua>>.

Negli ultimi giorni sta facendo discutere il caso di Elisa (il nome è di fantasia) una 14enne vicentina allontanata dalla madre e messa in una comunità dopo la rottura dei rapporti con il padre. Giusto o sbagliato? <<Per rispondere bisognerebbe esaminare il caso specifico, come ha fatto il giudice - replica lo psicologo -. In astratto non si può dire che l'allontanamento sia la soluzione migliore, ma in certi casi può essere la "meno peggiore". Per chi danneggia il rapporto tra il figlio e l'altro genitore, la legge prevede sanzioni, come la prescrizione di determinati comportamenti, o un risarcimento danni o anche, come misura estrema, l'allontanamento. La decisione del giudice, che è sempre provvisoria, è quella che in quel momento sembra essere la più opportuna per la tutela del minore>>.

Ci sono diverse associazioni che si occupano di assistere dal punto di vista umano papà (e mamme) che vivono l'esperienza della separazione, soprattutto nel caso del genitore presso cui i figli non vivono. Tra queste "Papà Separati onlus", che ha una sezione vicentina che si ritrova ogni terzo mercoledì del mese in una sala della parrocchia di Torri di Quartesolo. Uno dei responsabili della sezione è Walter Lagni. <<Intervengono a turno un avvocato esperto di diritto familiare, uno psicologo e un teologo esperto di separazioni. In queste serate si alternano riflessioni psicologiche, morali, notizie e consigli legali>>.

di Paolo Mutterle

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Da: Notizie pro Vita - 29/02/2016

La figura del padrescrive la psicologa Dott.ssa Francesca Saccà – ha un preciso valore nell’architettura relazionale della famiglia in quanto questo è chiamato fin dall’inizio a separare il figlio dalla madre. Il figlio che ha bisogno, nei primi mesi di vita, di una simbiosi profonda con la madre, indispensabile per la sua nascita psicologica, permarrebbe volentieri per sempre in questa situazione. Ma se rimanesse in questa situazione il figlio non diverrebbe mai se stesso, resterebbe per sempre un’appendice della madre. La presenza e l’intervento del padre invece, lo costringono e lo aiutano ad iniziare il suo autonomo cammino nel mondo“.

Il padre ‘inizia’ il figlio al mondo, lo aiuta a spingersi dal largo. E questo fatto, per quando faticoso (crescere è difficile…) è quantomai necessario affinché i bambini possano cominciare a muovere i primi passi verso la costruzione della propria identità, quali persone autonome e responsabili.

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Da Avvenire - 20/03/2016

Emanuela Baio:  "Va salvaguardato il diritto al papà e alla mamma. Sul resto si può discutere"

Dieci anni fa relatrice della legge sull'affido condiviso. Ora dice: si elimini la burocrazia, e si ripristini l'equità. Ma i principi restino.

"Tutta la nostra legislazione sulla famiglia e sui minori parte da un presupposto irrinunciabile: riconosce il diritto naturale del figlio a vivere con la mamma e con il papà. Su tutto il resto si può discutere. Su questo punto, no". Ne è convinta Emanuela Baio, già deputata e senatrice, prima nella margherita, poi nel Pd e infine in Alleanza per l'Italia. Oggi non è più in Parlamento, ma la sua esperienza come relatrice della legge - n. 54 del 2006 - che dieci anni fa introdusse l'affido condiviso un Italia, le consente di esprimere una valutazione sul cammino di questi anni.

"Cosa salverei di questa legge? Il principio fondamentale della bigenitorialità. Per il resto io stessa ammetto che siamo di fronte a una delusione profonda". Prima del 2006, il 93% dei minori al momento della separazione, veniva affidato alla madre. Oggi l'affido condiviso è spesso solo una scelta formale, visto che la madre continua a essere in 9 casi su 10 il genitore collocatario. "Non va bene. Dobbiamo andare oltre - osserva Baio - prendendo spunto per esempio dalla legislazione francese in cui al bambino viene assegnata una doppia resindeza, quella della madre e quella del padre, partendo dal presupposto che il piccolo abbia bisogno di stare, con tempi equamente stabiliti, con entrambi i genitori". Certo, quando la realtà costringe a scelte diverse - ad esempio genitori residenti in due città - il giudice dovrebbe decidere in modo saggio, evitando di prendere decisioni univoche.

Stesso principio che, per la Baio, andrebbe applicato alla riforma della legge sulle adozioni del 1983, che "oggi genera una burocrazia assura, con costi pesantissimi per i genitori. Anche in questo caso il principio da cui era partito il legislatore era lodevole: ricreare le condizioni perché il minore potesse crescere un una madre e un padre. Adesso anche in questo caso occorre andare oltre. E non potrà essere la modifica dell'articolo 44, come previsto dal ddl Cirinnà, con l'introduzione della stepchild adoption, a risolvere la situazione". Su questo aspetto il no di Emanuela Baio è deciso: "La ribellione largamente percepita in tutti gli strati sociali sulla possibilità di aprire all'adozione per le coppie gay non è casuale. E' una scelta che contraddice il diritto naturale su cui si fanda tutta la nostra legislazione civilistica. Quel principio, che è il punto portante del diritto sulla famiglia e sul minore, non può essere stravolto. Anche perché, se si apre questo spiraglio - conclude - c'è il rischio della commercializzazione del corpo della donna e la mercificazione del bambino. E su questo punto, da donna e mamma, la mia opposizione sarà sempre assoluta".

Luciano Mola

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